Ben Cawston è il coach di una clinic speciale di pickleball a Roma, il 17 gennaio 2025. Pickleball Milano ha colto l’occasione per intervistarlo. Ben viene da uno sport particolare chiamato rackets ma si sta ora concentrando sul pickleball, dove è numero uno in Gran Bretagna (singolo e doppio maschile) e numero 10 in Europa in singolo (classifica Pickleball Global).
Come facciamo di solito nelle nostre interviste, partiamo da come sei arrivato al pickleball.
Gioco a livello agonistico ad uno sport chiamato rackets, che si gioca in Gran Bretagna e Stati Uniti e assomiglia allo squash. Sono andato ad un torneo di rackets negli USA nel settembre 2023 e ho visto campi e giocatori di pickleball ovunque. Quando sono tornato a Londra, ho iniziato a praticare pickleball e innamorarmi dello sport.
Com’è la situazione del pickleball in Gran Bretagna?
In crescita. Ci sono tre o quattro club con campi permanenti e molti campi temporanei, a volte segnati col nastro su campi da badminton, dato che le dimensioni esterne del campo sono le stesse. Ci sono vari giocatori di alto livello, tra cui Louis Laville, che ha un ranking DUPR 6.0. A livello associativo, esiste l’associazione Pickleball England, ma molti pensano che il pickleball confluirà nella Federazione Tennis (LTA).
Il 17 gennaio sei a Roma come coach di una clinic di pickleball. Cosa prevedi di insegnare?
Mi concentrerò su dink e terzo colpo. Ci sono tecniche che si possono apprendere per indirizzare i dink in modo da far muovere l’avversario e aumentare la sua percentuale di errori. Per quanto riguarda il terzo colpo, è ancora un tiro fondamentale del pickleball, anche se sta diventando comune tirare un drive potente al terzo colpo, e fare invece il drop al quinto colpo.
È la tua prima volta in Italia?
No, ero stato a Roma e Milano per giocare, e pochi mesi fa ho partecipato all’Italian Open a Tocco da Casauria. Era la sesta edizione, si tratta di una manifestazione storica del pickleball in Italia. Ho vinto la medaglia d’oro sia nel doppio maschile che in quello misto, sono davvero contento del risultato.
Quali sono i trend del pickleball al momento?
Il pickleball sta evolvendo abbastanza velocemente. Una delle ragioni è l’innovazione sui materiali delle racchette, che diventano più potenti e precise e permettono più spin. Per questo la tendenza è quella di dink aggressivi e drive potenti. I tempi di reazione si accorciano. I firefight (battaglie ravvicinate con scambi rapidi al volo) si moltiplicano. Personalmente amo i firefight e il gioco veloce in generale.
Quanto giochi e ti alleni e con che racchetta?
Gioco tre o quattro volte a settimana. Di solito, in doppio. Il singolare è divertente ma davvero faticoso e più simile al tennis che al pickleball vero e proprio. Mi piace giocare con una racchetta Engage Pro1, è leggera ma non per questo perde in potenza.
Sei stato negli USA ad un torneo pro, come valuti l’esperienza?
Me lo aspettavo, ma sono comunque rimasto sorpreso vedendo quanti giocatori sono forti, molto forti. Già a livello di qualifiche o della prima partita di un torneo incontri avversari difficili da battere.
Tu fai anche il coach. Consigli e osservazioni in proposito?
Mi piace allenare. Per un coach, è importante mantenersi aggiornato, visto quanto cambia il gioco ogni due o tre anni. Inoltre con la tendenza a tirare drive tesi e potenti, diventa importante allenare i giocatori a rispondere bene ai bangers.
Dopo Roma, hai in programma altri eventi particolari?
Sarò alla World Pickleball League a Mumbai, in India. Si tratta di un torneo in cui vengono invitati giocatori da più di una dozzina di paesi, che vengono divisi in sei squadre. Gli organizzatori contano che una manifestazione internazionale di queste proporzioni, alla prima edizione, incoraggi ulteriormente lo sviluppo del pickleball in Asia.