Con l’aiuto di Pickleball Italy Trips, Pickleball Milano ha incontrato un pioniere del pickleball di un altro paese. Stati uniti, of course. Si tratta di Alex Simon, ex numero due nella classifica americana dei singoli Champions Tour/DUPR. Ha gareggiato a tempo pieno nei circuiti PPA e APP Champions dove ha guadagnato numerose medaglie. Alex attualmente risiede a Las Vegas dove allena vari giocatori di alto livello (oltre ad Andre Agassi), ma sarà tra pochi giorni in Italia per una clinic di pickleball a Biella nel week end del 15 e 16 giugno (per informazioni, www.pickleballitalytrips.com/trainings).
Alex, come con i precedenti intervistati di Pickleball Milano, possiamo partire dai tuoi esordi con il pickleball?
Certo. Ho iniziato a giocare quattro anni fa, in coincidenza con l’apertura di campi di pickleball vicino casa. Io vengo dal tennis, che ho giocato a livello agonistico all’Università. E il mio background tennistico ha fatto sì che me la cavassi molto bene in singolo. Nel pickleball il singolo è molto più vicino al tennis, rispetto al doppio.
A proposito di singoli, secondo te come mai il pickleball è l’unico sport di racchetta dove doppio e singolo si giocano sulla stessa area di gioco? Non ci sono righe differenti, per singolo e doppio!
Penso proprio che negli anni sessanta gli inventori del pickleball semplicemente non ci pensarono, e la cosa rimase poi così. Siccome si gioca soprattutto in doppio – anche a livello pro, il focus è sul doppio – la peculiarità del singolo, il fatto che sia giocato sulla stessa area del doppio, passa un po’ inosservata.
Tu vieni dal tennis. Cosa ne pensi dei “bangers”, i giocatori che tirano forte e teso ogni volta che possono?
A livello pro, alcuni sono bangers (Jack Sock, ad esempio). E beneficiano anche delle racchette di ultima generazione, che hanno più potenza. Nel caso dei pro è una scelta e a volte può pagare. Nel caso dei principianti invece il tiro dritto e teso è un po’ una necessità. L’alternativa, il drop, è un colpo difficile e per chi è alle prime armi, non intuitivo.
Già, i principianti. Per migliorare hanno bisogno di lezioni. E’ la stessa cosa per i giocatori di alto livello?
Assolutamente. Al momento, alleno vari giovani promettenti, tra cui Luke ness, e da alcuni mesi Andre Agassi e Steffi Graff. Ma amo anche allenare gli istruttori. Anche i coach hanno bisogno di migliorare. E fare l’istruttore degli istruttori è una cosa che mi piace molto e sento che posso fare la differenza. E’ un’attività fondamentale, perchè il numero di giocatori nel mondo cresce esponenzialmente, ma quello degli istruttori non sempre. Ad esempio, in Brasile ci sono migliaia di giocatori, ma la Federazione Pickleball è stata creata solo da poco tempo. In altre parole l’infrastruttura del pickleball, che comprende gli istruttori, fa spesso fatica a tenere il passo con la crescita del numero di giocatori.
Vero, il numero dei giocatori cresce. Si arriverà anche a tornei nelle arene e riprese televisive?
E’ una domanda che si fanno in molti. L’idea che mi sono fatto è che difficilmente il pickleball sarà uno sport con un vasto seguito di spettatori. Si tratta di un gioco la cui attrattiva non è nella spettacolarità ma nell’inclusività. Va bene a tutte le età e per tutti i livelli di talento. A tutti piace giocarlo, più che guardarlo giocare. Detto questo, credo anche che tra qualche anno diventerà sport olimpico e per i tornei ad alto livello, ci saranno tanti spettatori.
Si svilupperanno anche i viaggi comprensivi di partite di pickleball? Succede già nel padel, e ho visto alcuni viaggi organizzati in cui la vacanza comprende partite di pickleball.
Sì, questo aspetto è già nato e crescerà. Al momento ci sono programmi di questo tipo in Messico e ai Caraibi, frequentati dagli statunitensi. E so di agenzie di viaggio che ricevono richieste per vacanze che offrano la possibilità di giocare a pickleball.
Due ultime brevi domande. Com’è allenare Andre Agassi? E con quale racchetta giochi?
Ho incontrato Agassi quasi un anno fa. Mi ha mandato un messaggio sul cellulare e un’ora dopo eravamo in campo a giocare. Viviamo tutti e due prevalentemente a Las Vegas, e lo alleno regolarmente. Agassi è serio riguardo al pickleball. Non gioca i tornei, ma se lo facesse, sarebbe trai i primi dieci nella categoria over 50. A volte, si allena con noi anche Steffi Graff. La racchetta? Di recente, gioco con una Joola Perseus 16 mm. La porterò anche in Italia alla clinic a Biella, il 15 e 16 giugno.