Abbiamo parlato di pickleball con Silvia Fumagalli, istruttrice e giocatrice di pickleball (tra le prime dieci in Europa) e nota ambasciatrice del pickleball in Nord Italia.

Come hai conosciuto il pickleball?

Nel 2021, quando giocavo regolarmente a padel, ma volevo provare nuovi sport. Ho trovato il pickleball su Internet. Durante una vacanza a Barcellona, ho giocato per la prima volta e successivamente ho contattato l’Associazione Italiana Pickeball. Mi hanno consigliato il corso istruttori di primo livello, al quale ho partecipato e da lì è iniziata una collaborazione con l’Associazione.

E hai iniziato anche a giocare nei tornei

Sì, i tornei mi piacciono, sia quelli italiani che quelli europei. Dopo vari tornei adesso ho una buona posizione di classifica sia per il singolo che per il doppio. La classifica si basa sulla piattaforma Pickleball Global, alla quale sono collegati la grande maggioranza dei tornei in tutto il mondo. Quest’anno dovrebbero anche iniziare i campionati italiani di pickleball, attraverso la FITP. Amo le competizioni, ma anche le partite amichevoli e ho partecipato a diverse inaugurazioni di circoli di pickleball, oltre a collaborare ad eventi e presentazioni di pickleball un po’ dovunque.

Infatti molti ti considerano un’ambasciatrice del pickleball
È uno sport che spero si sviluppi ovunque, ha molti aspetti positivi. Va bene per qualsiasi fascia di età, inclusi bambini e anziani. È uno sport con il giusto livello di impegno fisico, sia dal punto di vista aerobico che anaerobico e con un bassissimo rischio di infortuni. È socievole e – come ben sa chi gioca a pickleball – molto divertente. Infine, diversamente dal padel, si può giocare sia in singolo che in doppio.

È anche facile. Servono molte lezioni per imparare?

È certamente uno sport facile da giocare. Per iniziare può bastare una lezione di base. Ma se si vuole progredire, un maestro risulta fondamentale per la parte di strategia e tattica e con le correzioni fornite durante partite guidate. Anche per la coordinazione e controllo, soprattutto per chi non ha esperienza di sport di racchetta, consiglio l’aiuto di un istruttore, che può anche correggere subito i movimenti sbagliati, prima che diventino abitudini.

Secondo te cosa serve per lo sviluppo del pickleball in Italia?

Servono sicuramente più campi da pickleball sul territorio e l’organizzazione di giornate aperte a tutti. Idealmente, vedo il pickleball all’interno di circoli polifunzionali, dove si giocano anche altri sport, si socializza, si mangia, si lavora da remoto. Dal punto di vista organizzativo, la Federazione sta facendo la sua parte con una serie di iniziative per il pickleball. Ad esempio, a breve, il pickleball avrà uno spazio alle Nitto ATP Finals di tennis a Torino. Personalmente, collaboro con Pickleball Zone, una società di Milano che mira ad accelerare la diffusione del pickleball.

Quanto tempo dedichi al pickleball e con quale racchetta giochi?

Ho un lavoro a tempo pieno, ma nel tempo libero la mia passione è sempre stata lo sport, dal trekking al padel alla corsa ed adesso soprattutto il pickleball, in particolare in doppio. Gioco con una Pro Kennex Ace Pro.

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