In occasione della sua visita in Italia per una clinic di pickleball, abbiamo intervistato Miguel Enciso, direttore pickleball in due club californiani, a Westlake e Sherwood County, non lontano da Los Angeles. 

Come hai conosciuto il pickleball?

Tramite la mia famiglia, alla fine degli anni ‘80. Eravamo appassionati di sport e avevamo un campetto da basket nel cortile. Mio fratello scoprì il pickleball ad un club YMCA e tornò a casa entusiasta. Da lì, per diversi anni giocammo nel cortile di casa, in quello che prima era il campetto da basket. Allora c’erano ovviamente pochi giocatori nella zona. Per alcuni anni poi non ho giocato, ma quando mio figlio è tornato dall’Università nel 2014, ho ricominciato a giocare con lui e con la comunità di giocatori dell’area dove vivo. Dieci anni fa era una piccola comunità, mentre ora ci sono tantissimi giocatori e campi. 

Com’è il pickleball in California?

Ci sono molti campi all’aperto, grazie al clima mite del sud degli Stati Uniti. Meno campi indoor. Il limite dei campi indoor non dedicati – quelli realizzati in palestre dove si gioca anche a pallavolo e basket – è la superficie in parquet. Il rimbalzo è OK ma il cemento è meglio. Anni fa il pickleball sottraeva a volte campi da tennis, dato che il tennis era in calo. Ora questo succede meno e sono minori anche gli attriti con i giocatori di tennis. Tra l’altro, nei circoli, i giocatori di tennis notano l’atmosfera di socialità, aggregazione e divertimento dei pickleballer e comprendono meglio il fascino di questo sport. 

Già, alcuni tennisti si convertono. Ma a volte sono anche quelli che a pickeball fanno pochi drop e molti tiri tesi, i cosiddetti “bangers”. Come possiamo convertirli alle caratteristiche “soft” del pickleball?

I bangers si affrontano ovviamente con i reset (un drop nella kitchen) e rallentando il ritmo. E convincendoli che tirare forte può produrre qualche punto contro giocatori intermedi, ma ad alto livello un banger è di solito perdente. Perfino un ex campione di tennis passato al pickleball come Jack Sock, dopo una fase iniziale da banger, sta progressivamente passando ad un gioco di dink e drop. 

La tua visita in Italia è la tua prima clinic all’estero?

Sì, e ne sono entusiasta. Ci siamo incontrati online per caso con i fondatori di Pickleball Italy Trips (un’organizzazione di viaggi e clinic legati al pickleball) e ci siamo piaciuti subito. Grazie al loro invito, sarò in Puglia e Basilicata a giugno e in Piemonte a settembre, le date sono sul sito www.pickleballitalytrips.com. Io alleno da diversi anni anche principianti, ma la clinic è l’occasione giusta per intermedi e avanzati che vogliono imparare esercizi e tecniche più sofisticati, in funzione di tornei ma anche di un gioco più brillante nelle partite amichevoli. 

Negli Stati Uniti fare il coach di pickleball è una professione? 

Lo è in vari casi, anche se difficilmente può costituire l’unica fonte di reddito. Diversamente dal tennis, il pickleball richiede meno lezioni per giocare e divertirsi, per cui una parte dei giocatori si limita a farne alcune all’inizio e poi basta. Comunque gli istruttori ci sono e sono certificati da diverse organizzazioni e per diversi livelli di abilità. 

Tu vieni dalla televisione. È per questa ragione che i tuoi video di pickleball sono così seguiti?

Sicuramente aver fatto il direttore di produzione di show televisivi per quasi tutta la vita mi facilita. Inoltre, mi diverto a farli. Cerco di fare dei video giocosi e sorridenti che aiutino la gente a praticare esercizi e migliorare il proprio pickleball, ma senza dimenticare che il pickleball è divertimento e leggerezza. Il fatto è che ora il pickleball è centrale nella mia vita, in termini di passione più che di professione. Quando sono nei club dove dirigo le attività di pickleball mi trovo in uno scenario naturale bellissimo, incontro gente nuova, mi diverto. Cosa c’è di meglio?

Il pickleball diventerà sport televisivo?

Personalmente guardo il pickleball su www.pickleballtv.com, ma in effetti per ora il seguito in televisione e ai tornei non è certo comparabile a quello degli sport più affermati. Secondo me diventare sport olimpico sarà per il pickleball la chiave di volta. È un peccato che per le olimpiadi del 2028, che si giocheranno proprio qui a Los Angeles, non abbiano aggiunto il pickleball. Ma succederà, prima o poi. 

Con che racchetta giochi?

Con una Komodo, di solito il modello Katana che è in kevlar. A volte con i modelli in fibra di carbonio. Il kevlar, se hai sensibilità, aggiunge qualcosa in termini di precisione ed è un’ottima arma contro i bangers. 

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